Descrizione
Se vi dicessero che potreste proteggere la vostra privacy, sareste disposti a rinunciare ai vostri vecchi contenuti pubblicati?
Fonti
La quarta rivoluzione - https://amzn.to/305XjCu
Your digital identity has three layers, and you can only protect one of them - https://qz.com/1525661/your-digital-identity-has-three-layers-and-you-can-only-protect-one-of-them/
Attrezzature:
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Crediti
Montaggio - Daniele Galano - https://www.instagram.com/daniele_galano/Voce intro - Costanza Martina Vitale
Musica - Kubbi - Up In My Jam
Musica - Light-foot - Moldy Lotion
Cover e trascrizione - Francesco Zubani
Mostra testo dell'episodio
Quella che segue è una trascrizione automatica dell'episodio.
Pensieri in codice. Idee dal mondo del software, a cura di Valerio Galano. Buongiorno a tutti e ben ritrovati per un nuovo episodio di Pensieri in codice, il podcast in cui parliamo di argomenti presi dal mondo del software, di internet e della programmazione. L’idea per questa puntata mi è venuta in mente qualche giorno fa quando ho letto la notizia dell’uscita dell’ennesima app che si propone di proteggere la privacy degli utenti online. Dopo una rapida occhiata al sito ufficiale di quest’app ho potuto constatare che, più o meno come i suoi concorrenti, essa lavora sostanzialmente su due fronti. Il primo riguarda le configurazioni, quindi permette di collegare vari social e pilotare da un unico pannello tutte le varie impostazioni di privacy collegate a ciascuno di questi account. Il secondo fronte invece riguarda quelli che sono i contenuti già pubblicati. Quest’app, infatti, permette di eliminare in maniera più o meno selettiva i contenuti più vecchi di una certa data. E’ quindi possibile eliminare contenuti di cinque anni fa o quelli più vecchi di tre mesi e così via. Anche se comunque esiste un meccanismo per fare delle copie di backup di questi dati prima di eliminarli, in realtà le domande che mi frullano in testa da quando ho letto di questa possibilità sono ha senso cancellare i nostri vecchi contenuti in nome della protezione della privacy? E poi quali potrebbero essere le conseguenze di una tale pulizia digitale? In questo episodio vorrei provare a spiegare perché secondo me queste operazioni di pulizia non solo non sono utili a preservare la nostra privacy, ma anzi in molti casi possono rappresentare semplicemente un danno che andiamo a procurare a noi stessi. Inizio subito col dire che io non sono molto convinto che un lavoro di cancellazione di vecchi contenuti da profili social o da blog o altro possa essere qualcosa di utile a preservare la nostra privacy. Dico questo per via del modo in cui si compone la nostra identità digitale, cioè quell’insieme di informazioni che ci rappresentano e ci definiscono nel mondo online. Essenzialmente infatti possiamo considerare la nostra identità online come suddivisa in tre livelli. Il primo di questi livelli è rappresentato dall’insieme delle informazioni che noi condividiamo in modo volontario. Si parla quindi di foto, video, post, commenti, articoli, link, tutti i contenuti che scegliamo consapevolmente di pubblicare per questo o per quell’altro motivo e che possono essere dettati da una nostra intenzione di condividere eventi, stati d’animo, notizie ecc. Il secondo livello invece della nostra identità digitale è rappresentato da dati estrapolati dall’osservazione dei nostri comportamenti. Si tratta di informazioni che vengono raccolte per chiunque abbia accesso ad un computer o ad uno smartphone ma della cui esistenza in pochi si rendono conto. Tutti dati che in realtà noi non ci accorgiamo di produrre e che se sapessimo di farlo probabilmente non vorremmo condividere. Si parla ad esempio della nostra posizione, dei nostri spostamenti, dei contenuti che visualizziamo e di quanto tempo vi trascorriamo, il modo in cui facciamo acquisti, ad esempio quanto induggiamo prima di comprare se facciamo dei confronti o acquistiamo di impulso. Persino la velocità con cui scriviamo ci spostiamo magari da un software all’altro o da un sito all’altro. Il terzo ed ultimo livello della nostra identità digitale si compone di una serie di analisi eseguite da vari algoritmi. Questi algoritmi, ciascuno dei quali è specializzato in un campo diverso, raccoglie le informazioni dei primi due livelli e compone una nostra rappresentazione da utilizzare per tutta una serie di analisi e correlazioni statistiche. Dai risultati di queste operazioni vengono fuori tante nostre immagini utili a prendere decisioni nei nostri confronti, ad esempio se possiamo avere o meno un prestito oppure qual è la migliore pubblicità da mostrarci. Ma non solo, questi algoritmi possono anche calcolare il nostro qui, le nostre abitudini e le nostre ossessioni, la nostra situazione familiare. Basterebbe ad esempio controllare le posizioni degli smartphone per capire dove e con chi si trascorre il proprio tempo. Di tutte queste informazioni, di questa nostra rappresentazione o di queste nostre rappresentazioni digitali, l’unica porzione su cui abbiamo effettivamente un minimo di controllo è quella corrispondente al primo livello, cioè a quello che volontariamente condividiamo. Sui altri due livelli invece abbiamo molto meno controllo, anche solo il fatto di non renderci bene conto di stare producendo effettivamente delle informazioni rende molto più complicato individuarle e controllarle. La cancellazione dei nostri vecchi post quindi andrebbe ad influire solamente sul primo dei livelli della nostra identità, l’effetto che si produrrebbe a mio parere sarebbe ben poco rilevante. Sia da un punto di vista statistico che personale infatti, le vecchie informazioni sarebbero già state analizzate e metabolizzate dai vari algoritmi e a questo punto avrebbe ben poco senso rimuoverle. Non riusciremo quindi a modificare l’idea che la macchina sia ormai già fatta di noi, se non in minima parte ed eventualmente solo per analisi future, non certo per quelle già svolte. Alla luce di ciò secondo me l’unica alternativa valida è quella di agire per il futuro e quindi porre più attenzione non tanto a ciò che abbiamo ormai già condiviso fino a ieri, ma a ciò che andremo a condividere da oggi in poi. Abbiamo visto dunque perché eliminare i nostri vecchi post può non essere d’aiuto per proteggere la nostra privacy, ma se avessimo uno strumento semplice ed efficiente per farlo, cosa ci costerebbe in realtà? Perché non potremmo pensare semplicemente di ripulire i nostri profili così tanto per stare sicuri? Beh in realtà questo potrebbe essere più un danno che un vantaggio. Secondo la filosofia della mente infatti c’è una precisa distinzione tra chi siamo, quindi la nostra identità personale, chi crediamo di essere, quindi la nostra concezione di sé, e chi gli altri credono che noi siamo, quindi il sé sociale. Queste tre accezioni del sé solitamente procedono con un buon grado di armonia e si influenzano l’un l’altra in un continuo processo di adattamento. Il risultato di questa interazione siamo noi, il nostro modo di comportarci, di interagire e di rapportarci con gli altri. Una modifica anche ad una sola di queste accezioni può produrre effetti sulle altre e quindi di conseguenza sulla nostra persona. Se ad esempio gli altri ci ritengono una persona sicura di sé è facile che noi iniziamo a comportarci da tale, quindi se volessimo diventare più sicuri di noi potremmo iniziare pian piano a presentarci come tali agli occhi degli altri. Di conseguenza le persone cambierebbero poco a poco l’idea che hanno di noi e la nostra autostima aumenterebbe. Si entrerebbe così in una sorta di circolo virtuoso o vizioso, dipende dalle circostanze, che prende il nome di fake it until you make it e che rappresenta una strategia molto comune ad esempio tra i guru del marketing online. Noi stessi quindi siamo quello che siamo anche sulla base di eventi del passato, di nostri ricordi, della nostra idea di noi stessi e anche dei ricordi, delle opinioni e delle idee che gli altri hanno di noi. Ora nell’epoca dei social network e delle tecnologie informatiche i nostri profili, i blog e tutti i siti che ospitano contenuti rappresentano delle cronache estremamente precise e definite di tanti degli avvenimenti che ci coinvolgono. Siamo infatti noi stessi e perfino chi è in relazione con noi a condividere di continuo, in modo più o meno consapevole, i nostri gusti, i nostri sentimenti, le nostre intenzioni, le nostre esperienze in un flusso senza fine che resta nella maggior parte dei casi congelato nel tempo. Piattaforme come ad esempio Facebook hanno iniziato negli ultimi anni a riproporre vecchi post del passato dando all’utente la possibilità di ripubblicarli sotto forma di ricordi. Tuttavia, differentemente dai ricordi e dalle idee che conservati nell’eventi tendono a mutare e sbiadire col passare del tempo, gli archivi digitali restano come scolpiti nella pietra. Date, luoghi e altri dettagli sono precisamente conservati, consultabili e ricercabili. Ne deriva quindi che queste informazioni esercitano un’influenza notevole sul sé sociale di ciascuno di noi e di conseguenza anche un’influenza maggiore su quella che è la nostra persona nel mondo reale. Da questo punto di vista quindi eliminare elementi diciamo del nostro passato digitale significherebbe eliminare anche gran parte della nostra identità sociale e tuttavia scalfire appena la nostra identità digitale che come abbiamo detto prima è in larga parte al di fuori del nostro controllo. La verità è che in cambio di ben pochi vantaggi quindi andremmo a perdere magari dei bei ricordi, forse a cancellare fotografie di cui non abbiamo neanche una copia o a far sparire quei post pubblicati in quelle occasioni speciali con tutti i commenti dei nostri amici e che magari potranno rappresentare un piacevole ricordo negli anni a venire. Tutto sommato per come la vedo io semplicemente il gioco non vale la candela. Bene ragazzi anche per oggi siamo giunti al termine dell’episodio e io vi ringrazio come al solito di essere arrivati fin qui. Spero di essere riuscito a spiegare il mio punto di vista sulla questione e vi invito a farmi sapere cosa ne pensate voi con un commento oppure unendovi al gruppo telegram di cui trovate il link in descrizione. Vi ricordo sempre che potete ascoltare il podcast su speaker youtube spotify ed itunes e se vi va potreste condividerlo con chi magari pensate che abbia interesse nell’argomento. Per ora vi saluto e vi do appuntamento alla prossima settimana. Buona giornata a tutti!Nascondi