Descrizione
L’episodio di oggi è un esperimento sia dal punto di vista degli argomenti che della produzione: vi racconto perché ho eliminato WhatsApp della mia vita e provo a farlo improvvisando, senza aver preparato lo script della puntata.
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Crediti
Montaggio - Daniele Galano - https://www.instagram.com/daniele_galano/Voce intro - Costanza Martina Vitale
Musica - Kubbi - Up In My Jam
Musica - Light-foot - Moldy Lotion
Cover e trascrizione - Francesco Zubani
Mostra testo dell'episodio
Quella che segue è una trascrizione automatica dell'episodio.
Pensieri in codice. Idee dal mondo del software a cura di Valerio Galano. Salve a tutti e bentornati su Pensieri in codice. Io non ho Whatsapp sul mio numero di cellulare e chi se ne frega, direte voi. Effettivamente non è questa gran notizia, però ho pensato che potesse essere interessante condividere con voi il motivo per il quale ho deciso di eliminare Whatsapp. In effetti questo podcast si chiama Pensieri in codice proprio perché oltre a parlare di software e di programmazione, quindi di codice, il mio obiettivo è anche quello di provare a condividere dei ragionamenti, appunto dei pensieri, giusti o sbagliati che siano, per darvi degli spunti e per permettere a chiunque ne abbia voglia di partecipare al discorso. Quindi visto che ci crediate o no nella vita reale, diciamo così, moltissime persone mi chiedono perché io non abbia Whatsapp installato, beh colgo l’occasione per mettere in ordine i miei pensieri ed esporli anche a voi. Cominciamo subito parlando degli svantaggi perché sì, ovviamente non avere Whatsapp ha tutta una serie di svantaggi. Ad esempio le persone care, i amici, i conoscenti fanno più fatica a contattarci. Noi stessi facciamo più fatica nel momento in cui dobbiamo contattare una di queste persone. Talvolta ho perfino avuto difficoltà ad interfacciarmi con professionisti, come ad esempio l’idraulico o l’elettricista, che ti chiedono la foto del problema, del tubo, dell’interruttore, eccetera. Senza contare poi che il mio numero è disponibile sia al network dei miei contatti, dei miei collaboratori, sia sul mio sito web e quindi sui vari siti delle varie attività. Molto spesso mi capita che alcuni clienti provino ugualmente a scrivermi su Whatsapp salvo poi rendersi conto che i messaggi non vengono neanche consegnati, non essendoci un vero e proprio account legato al numero. E quindi come mai ho optato per questa soluzione così drastica? Beh, i motivi sono vari e alcuni più importanti di altri. Vediamo se riesco ad elencarli descrivendoli in maniera sufficientemente esaustiva. Il primo e credo anche il maggiore dei problemi che ho risolto liberandomi di Whatsapp è quello delle interruzioni continue. Sì, perché come tutti sappiamo Whatsapp è una fonte continua di notifiche. Parenti, amici, collaboratori, gruppi. Quando Whatsapp è attivo il telefono non smette praticamente mai di vibrare e in un lavoro come il mio nel quale c’è bisogno di prendersi anche momenti abbastanza lunghi di riflessione e ragionamento questo tipo di interferenza è assolutamente deleterio. E sì, lo so, basterebbe mettere il telefono in modalità silenziosa o disattivare alcuni contatti o semplicemente togliere le notifiche a Whatsapp. Il problema però è nel modo in cui le persone lo utilizzano. Infatti Whatsapp è in realtà una sorta di ibrido tra la classica cara e vecchia telefonata e un social network. Infatti esso ti spinge a stare il più possibile sulla piattaforma, a interagire con i tuoi contatti, ma a differenza di un social gli utenti presuppongono una sorta di interazione molto più stretta. Che cosa voglio dire? Se si pubblica un nuovo post su Instagram, su Facebook, su Twitter o che so io, non ci si aspetta che le persone rispondano immediatamente. Mentre su Whatsapp il concetto è quello di rispondere subito. La persona che ti scrive si aspetta una risposta in tempi brevi. A chi non è capitato di contatti che magari fanno una domanda e dopo un quarto d’ora la ripetono o chiedono spiegazioni o poi magari dopo qualche ora ti rinfacciano il fatto che non hai risposto. E questo è un forte problema di percezione che con altri mezzi non si verifica. Ad esempio se io invio un’email non mi aspetto una risposta in strettissimo giro. Se invece ho fretta di parlare con una persona le telefono e ci parlo in tempo reale. Mentre su un sistema di messaggistica come Whatsapp sono portato a interagire con un vocale, un messaggio o un video e aspettarmi che la persona dall’altro lato sia reattiva come se l’avessi chiamata al telefono. In secondo luogo un secondo problema risolto dall’eliminazione di Whatsapp è quello di aver frapposto una certa barriera alle comunicazioni professionali. Attenzione mi rendo conto che questo possa essere un discorso molto soggettivo ma è quello che effettivamente riguarda me e quindi ve ne parlo. Voi ovviamente prendete queste mie affermazioni per quello che sono cioè un racconto di un’esperienza personale. Quello che voglio intendere con barriera alle comunicazioni professionali è il fatto che un qualsiasi cliente o collaboratore o insomma persona con la quale mi rapporto nel mio percorso professionale sia costretta ad utilizzare un mezzo diverso da Whatsapp per comunicare con me. Il vantaggio in una cosa del genere sta nel fatto che Whatsapp è troppo immediato. Che cosa voglio dire? Quando si comunica tramite un sistema di chat si tende a scrivere di getto, a esprimere un pensiero di getto, a trasmettere un’informazione il prima possibile e questo in ambito professionale soprattutto del mio lavoro dove si parla molto spesso di analisi, di scrittura di requisiti, insomma di operazioni che richiedono molto ragionamento prima di essere completate ed esposte agli altri. Beh in questo caso il muoversi di getto è assolutamente una cosa negativa. Significa molto spesso fare richieste prima di averci ragionato abbastanza oppure segnalare problemi prima di aver fatto le dovute verifiche. Insomma far sì che la comunicazione debba passare per forza in ambito professionale attraverso degli strumenti che ti spingano a ragionare di più tipo l’email o il sistema di ticketing dove per esporre il problema bisogna fermarsi un attimo e ragionare per scrivere la cosa nel modo più comprensibile e chiaro possibile. A lungo andare risulta sicuramente un vantaggio. Si evitano le comunicazioni inutili, si evitano le operazioni inutili e molto spesso si migliora l’intero flusso di lavoro. Anche perché molte aziende implementano dei sistemi di tracciamento interno delle operazioni e quindi utilizzare app di messaggistica esterne è il miglior modo per perdere parti di informazioni e parti dei discorsi fatti tra i professionisti. Allo stesso modo molto spesso può essere utile frapporre una sorta di piccola barriera fra sé e i propri clienti. Ad esempio per ciò che riguarda il mio lavoro il tipo di servizi e di prodotti che sono in grado di fornire non sono solitamente adatti a un tipo di cliente che non abbia nessuna competenza tecnica. Cioè solitamente io lavoro o per aziende del settore o comunque per aziende che hanno un minimo di conoscenza in ambito tecnico e che hanno bisogno di una consulenza per potenziare quelle che sono le loro risorse interne. Quindi il genere di cliente che interagisce solo e unicamente attraverso Whatsapp di solito non è quel tipo di cliente che ha bisogno dei miei servizi. Quindi il fatto di diciamo così impedirgli una comunicazione troppo semplificata funge letteralmente da preselezione per i clienti. Senza contare poi che Whatsapp viene percepito come uno strumento per dialogare con amici e parenti e con questi si può parlare a qualsiasi ora in qualsiasi giorno. E ciò spinge le persone a contattare i professionisti magari ad orari strani o durante il weekend o durante le festività. Cosa che normalmente non dovrebbe accadere. Prima di liberarmi di Whatsapp infatti mi è spesso capitato di ricevere segnalazioni magari anche perfino alle 3 di notte o nei weekend o segnalazioni chiaramente premature e confuse. Tant’è vero che bastava chiedere alla stessa persona di riassumere il tutto via email e spesso essa stessa si rendeva conto di aver sbagliato qualcosa o di non aver controllato qualcos’altro. O semplicemente il fatto di dover mettere in fila due o tre frasi di senso compiuto gli permetteva di esporre il tutto in modo molto più chiaro. Ora pur avendo eliminato Whatsapp non sono certo rimasto senza sistemi di messaggistica. Infatti come vi dico sempre mi trovate su Telegram dove c’è persino un gruppo e un canale dedicati a questo podcast. Ma ad essere sincero su Telegram questi problemi che ho descritto finora tendono a non verificarsi o a verificarsi con molta minore frequenza. Ora io sospetto che dipenda un po’ dalla maggiore qualità tecnica del software ma anche dal fatto che esso è molto meno diffuso. Passatemi il termine fra le persone normali diciamo i non tecnici e quindi gli utenti Telegram tendono ad essere leggermente meno molesti diciamo così. Oltre al fatto che si possono gestire in maniera più puntuale le impostazioni sulla privacy. Per motivi professionali io continuo ad utilizzare sistemi come Slack o Skype ma qui questo tipo di problemi sono molto più circoscritti perché in realtà basta non installarli sullo smartphone e una volta spento il pc il problema è risolto e se ne parlerà alla prossima accensione. Infine da questo ragionamento restano esclusi ovviamente amici e parenti che notoriamente ci contattano solo e unicamente su WhatsApp. Beh per poter comunicare con loro esistono ancora molti sistemi. Si possono utilizzare i social network ad esempio Facebook al quale saranno iscritti probabilmente tutti i membri con più di 30 anni appartenenti alle nostre famiglie. Per quelli invece sotto i 30 anni si può provare a fargli installare Telegram o nel peggiore dei casi si può ancora ricorrere alla cara vecchia telefonata. Insomma da quando ho eliminato WhatsApp io ho percepito un netto miglioramento nella qualità della mia giornata ma mi rendo conto che per qualcun altro il discorso potrebbe essere molto diverso. Proprio per questo vi chiedo di contribuire a questo podcast con il vostro pensiero con le vostre esperienze sia con un commento se volete e se la vostra piattaforma lo permette sia cercandomi su Twitter, su Instagram, su Telegram o nel gruppo del podcast. Trovate tutti i miei contatti in descrizione. Per oggi direi di aver parlato abbastanza spero che questo ragionamento vi possa essere d’aiuto in qualche modo e vi saluto dandovi appuntamento al prossimo episodio e ricordandovi che un informatico risolve i problemi, a volte anche usando il computer.Nascondi