Descrizione
Nel primo episodio della nuova rubrica Informatica Vintage, in collaborazione con ItalianDevelopers, parliamo del primo PC della storia: l’Olivetti Programma 101.
Fonti:
https://www.facebook.com/italiandevelopers/posts/668157543677319
Festival del podcasting
https://festivaldelpodcasting.it/
ItalianDevelopers
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Crediti
Montaggio - Daniele Galano - https://www.instagram.com/daniele_galano/Voce intro - Costanza Martina Vitale
Musica - Kubbi - Up In My Jam
Musica - Light-foot - Moldy Lotion
Cover e trascrizione - Francesco Zubani
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Quella che segue è una trascrizione automatica dell'episodio.
Pensieri in codice. Idee dal mondo del software a cura di Valerio Galano. Buongiorno a tutti e ben ritrovati per un nuovo episodio di Pensieri in codice, il podcast in cui parliamo di argomenti presi dal mondo del software, di internet e della programmazione. Questo episodio è un esperimento, una sorta di episodio pilota per una nuova rubrica che terrò in collaborazione con la pagina Facebook di Italian Developers nella quale vi parleremo di argomenti della storia dell’informatica e che chiameremo Informatica Vintage. Prima di passare però all’argomento di oggi vorrei fare un piccolo annuncio. Sabato 12 ottobre 2019 si terrà a Milano la quarta edizione del Festival del Podcasting, il più grande evento italiano dedicato a podcaster e appassionati. Sarà un modo per conoscere molte persone, scoprire nuovi podcast e magari incontrarci di persona. Se siete interessati a partecipare potete andare sulla pagina festivaldelpodcasting.it, vi lascio anche il link in descrizione. Io dal canto mio sarò presente e mi farebbe piacere conoscere personalmente qualcuno di voi, quindi se decidete di partecipare fatemelo sapere su Telegram o su Instagram. Ora però bando alle ciance e iniziamo a parlare dell’argomento di oggi, vale a dire il primo computer da tavolo della storia. Nel 1964 nasce l’Olivetti Programma 101, anche conosciuto come P101, il primo computer da tavolo progettato dall’ingegner Pier Giorgio Perotto, venuto a mancare purtroppo nel 2002. Siamo nell’epoca dei grossi elaboratori, ospitati nei centri di calcolo, mentre la Perottina, soprannome con cui veniva chiamato il P101 negli ambienti della ditta di Ivrea sin dal prototipo, non solo promette grandi prestazioni in rapporto alle sue dimensioni ultracompatte, ma si presenta anche con una veste accattivante grazie al design di Mario Bellini, creativo avviato a diventare una figura di punta nel suo ramo. L’obiettivo del gruppo è la realizzazione di un calcolatore non destinato agli specialisti, di basso costo, che sia su una scrivania e che offra un’interazione uomo-macchina assolutamente alla portata di tutti. Il P101 viene oggi considerato come il precursore del personal computer, anche se in realtà la sua architettura è al limite della definizione di computer, in quanto esso è una macchina a programma memorizzabile, cioè il sistema dà la possibilità di inserire nella memoria operativa dei programmi, rispettando così il modello di von Neumann. Il P101 introduce così il rivoluzionario concetto di calcolatrice programmabile. La tecnologia dei transistor consente un grado di miniaturizzazione che si ripercuote direttamente sulle dimensioni del piccolo gioiello di Olivetti. Esso infatti misura soli 48x61x19 cm e ha un peso di circa 35,5 kg. Tutto questo senza incidere sulle prestazioni, visto che il calcolatore è in grado di elaborare velocissimamente varie operazioni aritmetiche elementari. Fondamentale è la scelta di dotare il sistema di un linguaggio facile da apprendere anche da persone non specializzate, grazie alla vasta libreria di programmi di tipo matematico, statistico, finanziario, eccetera. Ciò rende agevole la programmazione, che avviene con un massimo di 120 istruzioni, scelte fra 15 funzioni disponibili, tra cui l’input-output, il salto condizionato e le già accennate operazioni aritmetiche. Una delle più grandi innovazioni è la carta magnetica per la memorizzazione dei dati, che va ad affiancare una veloce e compatta stampante a tamburo da 30 colonne. Una vera e propria rivoluzione, insomma, in un mondo dove fino ad allora i calcolatori erano accessibili solo da super specialisti in camice bianco ed esperti di linguaggio macchina. Un anno dopo, nel 1965, vede la luce il primo desktop della storia. Il lancio del gioiello di perrotto sul mercato d’oltreoceano è testimoniato con giusta enfasi dal New York Times, il quale ne esalta qualità e quantità di funzioni generate dai programmi informatici, a loro volta supportati da una memoria centrale o anche periferica, per usi sia in campo scientifico che economico. Citando direttamente la testata statunitense possiamo leggere. La programma 101 può automaticamente eseguire programmi in grado di svolgere una serie di operazioni aritmetiche. Può anche conservare e ricordare questi programmi sia al proprio interno sia all’esterno e attraverso di loro può prendere semplici decisioni logiche. E poi ancora, le sue numerose funzioni ne consentono un utilizzo sia scientifico sia per il business. A dispetto del prezzo molto elevato, 3200 dollari che sono pari circa a 17 mila euro attuali, la pioneristica invenzione di casa Olivetti vende in terra statunitense qualcosa come 40 mila esemplari nel solo 1966. La principale novità era che la programma 101 stava sul tavolo e poteva essere utilizzata da chiunque per svolgere qualsiasi tipo di operazione come ad esempio il calcolo degli stipendi. Questo modello catturò le attenzioni della nasa tanto da far sì che essa ne acquistasse 45 esemplari che sarebbero poi stati molto utili per studiare al meglio le possibili traiettorie dei percorsi per il viaggio della pollo 11, la missione che portò il primo uomo sulla luna nel 1969. P101 mantenne il monopolio proprio fino al 1969, anno in cui l’HP presentò il modello HP 9100. Ciò fruttò comunque oltre 900 mila dollari alla Olivetti sotto forma di royalties in quanto il modello dell’HP utilizzava gran parte dei principi dell’HP 101 che perotto aveva intelligentemente brevettato. Mario Bellini, il già citato designer dell’HP 101, ricevette dopo qualche anno una telefonata da oltreoceano. Steve Jobs lo invitava a disegnare per l’Apple sull’onda del grandioso successo ottenuto dall’HP 101 ma egli declinò l’offerta. Di tutte le unità vendute nel corso di quegli anni circa 44 mila, il 90% venne destinato al mercato statunitense mentre sono solamente 8 le P101 ancora funzionanti al mondo. Siamo dunque giunti al termine di questo primo episodio di Informatica Vintage, una rubrica di pensieri in codice in collaborazione con Italian Developers. Io ringrazio tutti gli ascoltatori per essere arrivati fin qui e Andrea Chanot di Italian Developers per aver raccolto e organizzato le informazioni per questo podcast. In descrizione troverete il link alla pagina Italian Developers e al post relativo appunto a questo episodio nel quale troverete anche delle simpatiche immagini dell’HP 101 e del marketing dell’epoca. Sempre in descrizione trovate il link al gruppo Telegram di Pensieri in Codice e dal mio profilo Instagram grazie al quale potrete rimanere aggiornati sulle novità riguardanti il podcast. A questo punto non mi resta che ricordarvi di condividere questo podcast, di farmi sapere quali sono gli argomenti che preferite e darvi appuntamento alla prossima puntata.Nascondi