Descrizione
Fino ad oggi, questo è forse il progetto più ambizioso di Pensieri in codice: una monografica in 3 episodi su Ada Lovelace e la sua opera.
Attrezzatura utilizzata:
Shure Microfono Podcast USB MV7
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Fonti:
https://amzn.to/3IT0pRC - Betty A. Toole - Ada, the Enchantress of Numbers: A Selection from the Letters of Lord Byron’s Daughter and Her Description of the First Computer
https://amzn.to/3IEJn8C - Jennifer Chiaverini - L’incantatrice dei numeri
https://books.google.it/books/about/Sketch_of_the_Analytical_Engine_invented.html?id=hPRmnQEACAAJ&redir_esc=y
Voci amiche:
Martina Costanza Vitale -
nella parte di Miss Chaloner da Jennifer Chiaverini - L’Incantatrice di numeri (Ada Byron Lovelace).
Maria Chiara Virgili di Dannati Architetti -
nella parte di Ada Lovelace da Jennifer Chiaverini - L’Incantatrice di numeri (Ada Byron Lovelace).
Simona di Gli scimmioni non leggono Nietzsche -
nella parte di Sophia Frend da da Ada, the Enchantress of Numbers.
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Crediti
Sound design - Alex RaccugliaVoce intro - Maria Chiara Virgili
Voce intro - Spad
Musiche - Kubbi - Up In My Jam, Light-foot - Moldy Lotion, Creativity, Old time memories
Suoni - Zapsplat.com
Cover e trascrizione - Francesco Zubani
Mostra testo dell'episodio
Quello che segue è lo script originale dell'episodio.
Intro
Questo è il primo di tre episodi a cui tengo moltissimo e nei quali ho riversato molto impegno negli ultimi mesi.
Il personaggio di cui ti parlerò oggi esercita su di me un fascino enorme e spero, con questa miniserie, di riuscire a trasmetterti un po’ del mio apprezzamento per la straordinarietà sua e della sua opera.
Per cercare di essere il più chiaro possibile e anche per evitare di registrare un podcast di 2 ore, ho diviso il discorso in tre parti.
La prima, quella di oggi, riguarda gli avvenimenti dell’infanzia di questo personaggio fino ai 19 anni circa e le esperienze che hanno forgiato il suo modo di pensare.
La seconda, che uscirà tra un paio di settimane, parlerà invece della vita adulta e dell’intreccio con una straordinaria invenzione del XIX secolo.
E nella terza, infine, esamineremo la sua opera alla luce delle conoscenze informatiche moderne.
Non ci resta quindi che metterci comodi e… buon ascolto!
La piccola Augusta Ada Byron
La piccola Augusta Ada Byron nasce in un’elegante dimora londinese il 10 Dicembre del 1815 e fin da subito appare chiaro che la sua non sarà una vita semplice.
I suoi genitori, la madre Anne Isabella Milbanke, da tutti chiamata Annabelle, ed il padre il IV barone Byron ma ben più noto con l’appellativo il poeta Lord Byron, non hanno mai vissuto un buon rapporto di coppia fin dall’inizio del loro matrimonio e la nascita della bambina segna la rottura definitiva tra i due.
Annabella manifesta continuamente preoccupazioni per il comportamento di Lord Byron. Parla di sbalzi d’umore, abuso di alcool, frequentazioni promiscue e arriva perfino a paventare lo spettro di una malattia mentale nel consorte, tanto da condividere le sue perplessità con vari specialisti del settore.
Per queste ed altre (non si sa quanto effettivamente reali) motivazioni, circa un mese dopo la nascita della bambina, precisamente il 16 gennaio del 1816, lei e sua madre si trasferiscono dai nonni materni, nella residenza conosciuta con il nome di Kirkby Mallory. Da questo momento Ada non avrà mai più contatti con suo padre. Almeno non di persona.
Nonostante tale distanza fisica, però, come vedremo più avanti, l’ombra del celebre Lord Byron aleggerà su di lei praticamente per tutto il corso della sua vita e determinerà molti degli avvenimenti che le capiteranno, il suo atteggiamento verso il mondo, quello del resto del mondo nei sui confronti e, cosa ancora più importante, la formazione del suo carattere e della sua particolare capacità di pensiero e di ragionamento.
Ada cresce, dunque, sotto la custodia della madre a casa dei nonni. Una situazione assai singolare per l’epoca, visto che la legge vigente, in caso di separazione, assegnava di norma la custodia dei figli al padre.
Lord Byron, però, non eserciterà mai il suo diritto di paternità, anzi poco dopo la separazione lascerà l’Inghilterra per non farvi mai più ritorno in vita. Le uniche manifestazioni tangibili che la figlia avrà del padre saranno alcuni oggetti: un quadro raffigurante il poeta, un medaglione con una ciocca dei suoi capelli all’interno, un anello e poco altro.
In una tale condizione, quindi, fin da subito Lady Annabella Byron ha pieno potere decisionale sulla vita della figlia e stabilisce immediatamente un regime di regole piuttosto rigido.
Innanzitutto, nonostante la bimba si chiami Augusta Ada, quasi nessuno la chiamerà mai con il suo primo nome, in quanto datole in onore della zia Augusta Byron, sorellastra del padre, e, al pari di lui, persona non gradita ad Annabella.
Inoltre, Ada verrà sempre il più possibile tenuta lontana dalle luci della ribalta e dalla notorietà portata dal nome Byron, che già all’epoca era un personaggio celebre in tutta Europa.
Per Annabella, infatti, la figlia non dovrà mai in alcun modo avvicinarsi al mondo della poesia e dell’arte, che lei considera corrosive per l’animo di chi le pratica: convinzione, questa, che appare molto chiara dalle lettere e dal comportamento della donna e che può essere facilmente giustificata dalle sofferenze patite durante il seppur breve matrimonio.
Diversamente da quanto si possa immaginare, però, anche Lord Byron sembra essere d’accordo con questa scelta e quando, qualche anno dopo, lei gli comunicherà che la figlia si interessa di meccanica, scherzosamente lui risponderà che un solo poeta in famiglia è più che sufficiente.
La donna, quindi, organizza per Ada un programma di studi a dir poco intenso, sopratutto se considerato che la bambina ha solo 4 anni quando viene avviata la sua formazione: aritmetica, geografia, francese, musica, disegno, ginnastica e giochi all’aperto. E la sua istruzione viene affidata ad un susseguirsi di istitutrici.
Quando Lady Byron non è presente in casa per supervisionare direttamente la formazione della figlia, perché impegnata con i suoi progetti di beneficenza o con le sue frequenti quanto sospette malattie, il compito viene assegnato alle tutrici, alla nonna o, più avanti, come vedremo, a tre amiche zitelle che vivranno a casa con loro.
Al nonno mai, perché, nonostante ci sia affetto tra i due, non è concepibile che un uomo si occupi di certe faccende. D’altronde siamo pur sempre nella prima metà del 1800.
Ad ogni modo, tutta questa stretta sorveglianza è volta, tra le altre cose, anche ad assicurarsi che qualsiasi barlume di immaginazione e fantasia che si possano presentare nella bimba vengano immediatamente soffocate.
È fondamentale per Annabella, infatti, evitare ad ogni costo che la figlia possa un giorno decidere di seguire le orme paterne.
E tanti sono gli episodi emblematici di questa preoccupazione già nei primi anni di vita della piccola: ad esempio, il divieto assoluto di avere un animale domestico con cui giocare da sola o il licenziamento di una delle istitutrici per aver raccontato storie su folletti e fate.
Insomma la disciplina è davvero severa, ma nonostante tutta questa repressione o forse proprio a causa di essa, Ada non risulta affatto essere una bambina mansueta: i suoi tentativi di far cacciare le bambinaie, dispetti e marachelle varie, sarebbero oggi evidenti sintomi di una certa insofferenza ma, nell’immaginario un po’ distorto di Lady Byron, vengono invece interpretati come l’emergere dei primi segnali di quello che lei chiama il sangue Byron.
Ad ogni modo, come la ragazza stessa scriverà in seguito a vari confidenti, in questo periodo Miss Ada Byron soffre molto la distanza emotiva dalla madre, la morte dei nonni e la mancanza di amici, ma, nonostante ciò, si impegna tantissimo negli studi per compiacere chi le sta intorno e risulta bravissima soprattutto in matematica e meccanica.
Le cefalee e Mrs. Puff
All’età di 7 anni e mezzo circa, Ada si ammala di una misteriosa malattia che le porta continui e forti mal di testa, così disturbanti da comprometterle perfino la vista.
Per ordine del dottore, la sua istruzione viene quindi interrotta e questo è un duro colpo per lei dato che, fin da piccola, la bravura negli studi è l’unico merito che le viene riconosciuto, dato che per le altre qualità ritenute importanti all’epoca, come ad esempio l’avvenenza, non veniva di certo elogiata.
Potrai avere un buon portamento e avere l’aria distinta, ma devi sapere che non sarai mai graziosa - [[#^2a78aa]].
La salute cagionevole sarà una costante lungo tutto il corso della vita di Ada, ma almeno, a seguito di questo primo lungo periodo forzato di stop, le varrà il permesso di adottare un gatto da tenere con sé per alleviare il trascorrere delle lunghe giornate a letto.
Mrs. Puff, questo il nome della gattina, può considerarsi, in effetti, la prima eccezione al rigido regime di controllo di Lady Byron.
La Volologia
Qualche anno dopo, all’inizio del 1828, una Ada ormai migliorata in salute, ma lasciata spesso sola da una madre sempre più impegnata nei suoi progetti educativi e sociali, inizia a fantasticare su di una nuova strana idea.
Spinta probabilmente da un mal celato desiderio di libertà, la ragazza inizia spontaneamente a definire le basi di una nuova scienza, piuttosto rivoluzionaria, alla quale da il nome di Volologia.
La cosa più sorprendente di questo evento è che la piccola Ada approccia l’argomento del volo da un punto di vista incredibilmente pragmatico, realizzando disegni e progetti che da una successiva analisi sono risultati notevolmente validi sul piano scientifico e tecnico.
Teniamo presente, infatti, che siamo nel 1828 e le idee ed i lavori di Ada sulla meccanica del volo anticipano di quasi 15 anni quello che sarà il vero brevetto della carrozza aerea a vapore. Niente male per una ragazzina di soli 13 anni.
Si tratta, probabilmente, della prima manifestazione concreta, nella ragazza, di un tipo di intelligenza e visione della scienza e della tecnologia del tutto singolare per l’epoca: una particolare combinazione di immaginazione, sperimentazione e concretezza scientifica, nonché una salvazione per ciò che riguarda il suo equilibrio emozionale e psicologico.
Ero felice e concentrata quando lavoravo, agitata e nervosa quando me ne dovevo staccare. Non lasciavo mai di mia volontà la Stanza del Volo. [[#^6ba3e5]]
Il morbillo e gli studi
Meno di un anno dopo l’ideazione della sua nuova scienza, all’inizio del 1829, Ada si ammala di nuovo, questa volta di morbillo. Una malattia che oggi è piuttosto gestibile ma che, all’epoca, per lei, si rivela, invece, una vera catastrofe.
Deve abbandonare i suoi progetti sulla Volologia e le sue gite a cavallo (altra attività che ama tanto fare) e rimane costretta a letto ogni poche settimane fino alla metà del 1832. Quindi per più di tre anni!
Fortunatamente, però, Lady Annabelle Byron appartiene ad una cerchia piuttosto altolocata e colta della nobiltà londinese.
Tra i suoi amici vanta, infatti, professori universitari, scienziati, dottori e intellettuali di ogni sorta, e per questo motivo, può comunque garantire ad Ada un’ottima istruzione, anche se per corrispondenza, ed assume perfino un’istitutrice che supervisiona l’intero programma di gli studi della ragazza e la segue in tutto e per tutto, anche con visite frequenti.
Questo è un periodo fondamentale per la formazione intellettiva di Ada. E non solo perché intrattiene abitualmente rapporti con varie menti brillanti della sua epoca, ma anche e sopratutto per la modalità di studio che è costretta a mettere in pratica per anni.
I suoi istitutori, infatti, la istruiscono principalmente per posta, e solo saltuariamente possono venire a trovarla di persona, né tantomeno lei è abbastanza in forze per recarsi da loro per una lezione o un colloquio personale.
Possiamo solo immaginare la solitudine di questa ragazza che, con la sola compagnia del suo gatto e della servitù, è costretta a studiare da sola, a scrivere lunghissime lettere sui suoi progressi ed aspettare eventuali critiche e consigli nelle risposte da parte dei suoi insegnati.
Al tempo stesso, però, e ciò è evidente nella sua corrispondenza, Ada apprezza moltissimo questo metodo di insegnamento ed il senso di indipendenza che le trasmette.
Inizia ad abituarsi e ad impegnarsi sempre più per compiacere gli istitutori e la madre, certo, ma anche per soddisfare la sua insaziabile curiosità.
E appena la vista glielo permette, riprende in mano i libri della fornita biblioteca di famiglia e ricomincia a studiarli con rinnovato impegno.
Ero bravissima in geometria e mi divertivo a risolvere i problemi, che per me rappresentavano intriganti enigmi, ed ero affascinata da una materia che avevo appena cominciato a studiare, l’astronomia. [[#^6ba3e5]]
Lady Byron e la posizione in società
Come molte altre figure in vista del proprio tempo, la madre di Ada, Lady Annabelle Byron è profondamente convinta dell’importanza di mantenere comportamenti e apparenze consone alla propria posizione in società.
Questa sua ossessione accompagnerà l’intera vita della figlia nei piccoli e nei grandi avvenimenti come nelle decisioni più importanti e le sarà di ostacolo in certi casi e di sostegno e salvezza in certi altri.
Emblematici sono i dettagli privati che la giovane Ada racconta nelle proprie lettere.
Ad esempio, la vergogna nello sguardo di sua madre quando si spostano assieme per le strade di Londra, e la ragazza non era in grado di muoversi o apparire elegante a causa dei postumi della sua malattia.
Oppure la passione di Lady Byron per la carne di montone, della quale si abbuffa abitualmente prima di remare, a bordo di una barchetta, fino al centro di un laghetto nelle loro proprietà e attendere che il dondolio le provochi la nausea e le permetta di rimettere il tutto.
Oppure ancora, la strenua lotta per far valere le proprie ragioni contro giornali ed editori che cercano di raccontare la storia della Separazione tra lei e Lord Byron, parlando di fatti di cui, in realtà, solo la coppia conosce la verità.
Ma nonostante sia causa di tutte queste piccole o grandi manie ed esasperazioni dei comportamenti, la posizione sociale è un fattore fondamentale negli avvenimenti più importanti della vita di Ada.
Le amicizie di Lady Byron, i salotti ai quali le due donne vengono invitate e gli ambienti che frequentano abitualmente (quando la salute lo permette) sono, infatti, manifestazioni del più alto livello intellettuale che si possa desiderare nella Londra dell’epoca.
E non v’è dubbio che questo suo vivere immersa nello stato dell’arte della cultura contemporanea abbia contribuito allo sviluppo delle sue peculiari capacità intellettive.
Una giovane turbolenta
Alla fine del 1832, madre e figlia, con domestici al seguito, si trasferiscono in una villa chiamata Fordhook che è stata anche la casa dello scrittore Henry Fielding, l’autore di Tom Jones.
Ada ha circa 17 anni e in questo periodo la sua salute è migliorata, anche se, ovviamente, ora la ragazza è in sovrappeso vista la lunghissima permanenza a letto, ma lei è più che decisa a rifarsi del tempo perduto. In tutti i sensi.
Mentre, infatti, da un lato la madre assume uno stuolo di istitutori che la seguano su una nuova serie di materie, inizia a prepararla per il debutto a Corte e la pone sotto il controllo di tre sue amiche zitelle che vivono in casa con loro e che saranno soprannominate dalla ragazza Le Tre Furie con il massimo del disprezzo possibile, dall’altro Ada scatena tutto il proprio carattere da giovane ragazza.
Prende a cavalcare ogni giorno con sfrenata passione, lavorando per rimettersi in forma e, tra una lezione ed un giro a cavallo, si invaghisce di un suo giovane insegnante con il quale instaura persino una breve relazione sentimentale.
Si tratta, per l’epoca, di un notevole passo falso per una miss del suo livello: una relazione con un uomo di rango notevolmente inferiore, senza una sicurezza economica o un titolo sociale è un gesto che le avrebbe potuto precluderle il futuro al quale era destinata e per il quale era stata cresciuta praticamente dalla culla.
Ma anche in questo caso, le qualità di Lady Byron si rivelano provvidenziali: la donna è così brava a coprire le tracce di questo evento, che, ad oggi, l’unica testimonianza che ne abbiamo è un racconto della stessa Ada fatto ad uno dei suoi più stretti confidenti che risale a ben 15 anni dopo i fatti.
In questa occasione, però, Ada impara una lezione molto importante che le sarà di grande aiuto in futuro e cioè che, per la società in cui vive, un gesto può avere un valore diverso a seconda che sia compiuto da un uomo o da una donna: a parti invertite, infatti, la loro relazione non sarebbe di certo stata considerata così problematica.
Siamo dunque in un periodo turbolento per la giovane Miss Ada Byron.
Da un lato sembra esserci una sana voglia di scoprire il mondo da parte di una ragazza che ha passato i primi anni della propria vita con pochissimi amici e fondamentalmente bloccata a letto.
Dall’altro c’è l’apprensione di una madre ossessionata dall’apparenza, ma anche decisa a dare alla propria figlia il meglio che la vita possa offrirle. Anche sbagliando, come può comprensibilmente accadere.
Portare Ada da un frenologo, il dott. De Ville, ad esempio, è uno degli errori, forse uno dei più evidenti di Annabelle. Tanto più che quando questi le conferma l’attitudine della ragazza per la creatività, la donna va su tutte le furie, fino ad insistere a tal punto da far cambiare completamente la diagnosi.
D’altronde lei ha lavorato una vita intera per soffocare il sangue Byron in ogni aspetto della vita della propria figlia. Come può questo stimato professionista non rendersi conto che la ragazza è portata per le scienze, non certo per l’arte!!
Miss Byron, dal canto suo, ricorda con astio questo avvenimento ma continua senza sosta a nutrire sia la propria mente scientifica che quella creativa con lucida convinzione. Per soddisfare le aspettative della madre, ovviamente, ma anche perché le è ormai chiaro che il suo modo di approcciare i problemi, lo studio e la conoscenza è assolutamente atipico e non convenzionale per la sua epoca.
Ancora una volta, è Ada contro il resto del mondo, dato che dopo la lunga malattia ed il trasferimento a Fordhook anche i pochi amici che aveva sono spariti dalla sua vita e la continua sorveglianza delle tre furie le porta via anche quella che lei chiama la sua solitudine contemplativa.
Fortunatamente, però, la situazione sta per cambiare perché di lì a poco, precisamente il 10 maggio 1833, la diciottenne Miss Byron viene finalmente presentata alla Corte di Guglielmo IV.
E se questo è un evento che già solitamente è molto importante nella vita di una giovane Miss, per lei rappresenta anche l’ingresso in un altro ambiente dalle spiccate connotazioni intellettuali e culturali che frequenterà regolarmente negli anni a venire.
Charles Babbage
Gli anni dal ‘33 al ‘35 sono, per Ada, un periodo di vita sociale molto intensa.
Lei è così coinvolta ed impegnata negli eventi della Londra intellettuale ed aristocratica che interrompe persino la sua copiosa produzione epistolare con conoscenti e precettori. Infatti, per la ricostruzione degli avvenimenti di questo periodo, è stato necessario affidarsi esclusivamente a diari, lettere e testimonianze delle persone che frequentava.
Poche settimane dopo il suo debutto a Corte, Miss Byron partecipa ad una festa alla quale conosce il personaggio che si rivelerà il più importante della sua vita, almeno dal punto di vista scientifico e professionale: il matematico, filosofo e scienziato Charles Babbage.
A questa festa, Mr. Babbage è intento ad illustrare ad un gruppo di lady e lord, l’affascinante storia di Gaspard de Prony e del suo esercito di calcolatori impegnati nella produzione di un enorme numero di tavole matematiche.
De Prony era affascinato dalla descrizione di Adam Smith del processo di produzione degli spilli: un operaio fabbricava il filo, il secondo lo raddrizzava, il terzo lo tagliava, ecc.; ed aveva deciso di applicare lo spesso principio al calcolo delle tavole matematiche e logaritmiche necessarie per la navigazione e la localizzazione dei meridiani.
Servivano, tuttavia, migliaia e migliaia di calcoli per realizzare un tale proposito e, per eseguirli, De Prony aveva tirato su una vera e propria fabbrica della matematica: un piccolo gruppo di matematici specialisti eseguivano e controllavano i passaggi chiave e altri gruppi via via più grandi e meno specializzati effettuavano i calcoli più semplici e numerosi.
La mano d’opera necessaria era tale che De Prony aveva reclutato anche uno stuolo di parrucchieri, che dopo la rivoluzione francese, dato il numero di aristocratici ghigliottinati, si erano ritrovati in tanti senza lavoro.
Babbage utilizza il racconto di questo evento per fare presente che i calcolatori umani possono commettere degli errori, e in una situazione del genere, un singolo piccolo sbaglio si propaga, calcolo dopo calcolo, fino a causare un disastro per il risultato finale.
Lui, invece, ha progettato e sta realizzando una macchina in grado di svolgere il lavoro che tenta di portare a termine De Prony, meglio e in meno tempo. Uno strumento meccanico incredibile, in grado di effettuare i calcoli di centinaia di uomini senza mai sbagliare e dotato perfino di un meccanismo di stampa per ottenere immediatamente i risultati trasferiti su carta.
Questo è il giorno in cui Ada sente per la prima volta parlare della Macchina Differenziale di Babbage e, per lei, è una rivelazione.
Affascinata dall’argomento, si unisce al gruppo e prende parte ai discorsi dei partecipanti.
Subito le sue doti di matematica e il suo intuito scientifico vengono notate dall’inventore e la ragazza si guadagna in breve un invito, per lei e sua madre, a partecipare ad una delle famose serate nella residenza di Babbage.
Mr. Babbage è noto per le serate che organizza al sabato e che attirano centinaia fra nobili e personaggi di spicco: il Duca di Wellington, Charles Darwin, Charles Dickens e Michael Faraday sono solo alcuni fra i tanti.
A queste serate i conti incontrano i medici, le duchesse discutono con gli ingegneri; gli scienziati spiegano le ultime novità del proprio campo a chiunque desideri ascoltarli e saperne qualcosa. Insomma, il fervore intellettuale la fa da padrone.
La dama d’argento e il modello della macchina differenziale
Ada conta le ore fino al giorno della sua prima serata a casa di Babbage e, non appena giunta alla festa, scopre che le attrazioni di questi incontri sono principalmente due: l’automa chiamato La Dama d’Argento ed un modello in scala funzionante della Macchina Differenziale.
La prima, in particolare, sembra essere la più apprezzata e chiacchierata tra gli ospiti della villa.
Un’automa è una macchina in grado si svolgere meccanicamente alcuni compiti grazie al susseguirsi di una serie di movimenti prestabiliti eseguiti in sequenza; nello specifico, la Dama d’Argento di Babbage è in grado di eseguire alcuni passi di danza dando vita ad un breve balletto.
In realtà, questa macchina è un esempio di un qualcosa di relativamente diffuso già dal XIII secolo , ma non vi è dubbio che nella metà del 1800 dovesse comunque apparire particolarmente rivoluzionaria a chi lo vedeva per la prima volta e il suo scopo principale era in effetti quello di attirare potenziali investitori per altri progetti.
La seconda attrazione della festa, invece, è un modello in scala 1:7 della famosa Macchina Differenziale. Perfettamente funzionante, ma in grado di effettuare calcoli su numeri con una minor quantità di cifre rispetto a quello che sarà il modello definitivo.
L’oggetto è un imponente macchinario di ottone e acciaio delle dimensioni di un grosso baule posizionato in verticale e presenta un complesso sistema di leve e ruote dentate. Sui bordi, poi, sporgono tutta un serie di ruote incise con numeri, allineate orizzontalmente e disposte in colonne.
A scopo dimostrativo, Babbage configura le leve per istruire la macchina ad elevare i numeri immessi al quadrato, destando l’interesse dei presenti e la profonda ammirazione di Ada.
Mentre, infatti, la Dama D’Argento sorprende e affascina la maggior parte degli ospiti, il modello della Macchina Differenziale folgora la giovane Miss Byron.
Più di 50 anni dopo, una delle nobildonne presenti, Sophia Frend, ricorderà così l’incontro della ragazza con la Macchina Differenziale: «Miss Byron, giovane com’era, ne capì il funzionamento e vide la grande bellezza dell’invenzione»[[#^2e7f8b]].
La Macchina Differenziale è una formidabile combinazione di meccanica e matematica, due scienze in cui Ada eccelle. Pertanto lei riesce a intuirne il funzionamento molto meglio di tanti dei presenti; meglio anche di sua madre che, a differenza sua, non ha trascorso gran parte dell’infanzia a smontare orologi e giocattoli a molla.
Le altre persone non capiscono a pieno cosa si trovano davanti. Come lo stesso Babbage ricorda nelle sue memorie intitolate Passages from life of a philosopher, infatti, capita spesso che qualcuno gli chieda, ad esempio, se inserendo cifre sbagliate, dalla macchina escano comunque le risposte corrette.
Per noi oggi, questo concetto è banalmente errato e ci riferiamo ad un tale tipo di operazione come Garbage In Garbage Out, cioè se è sbagliato l’Input, è ovvio che sarà sbagliato il relativo Output, ma per l’epoca non era affatto così.
Persino Lady Byron scrive nei propri diari che lei e la figlia sono andate entrambe a vedere la macchina pensante, quando, in realtà, Miss Byron è ben conscia che la Macchina Differenziale non ha in alcun modo a che fare con il pensare, Babbage lo ribadisce continuamente ai suoi ospiti.
In effetti, lui e Ada sono in perfetta sintonia: per entrambi la manipolazione dei numeri non è solo un esercizio pratico, ma un percorso verso la comprensione matematica e metafisica (materia, quest’ultima, che ovviamente preoccupa molto Lady Byron che è sempre ben attenta ad ogni possibile segno della comparsa del sangue Byron).
E sebbene lui, a quarantun anni, abbia più del doppio dell’età di lei, capiscono subito di avere in comune l’amore per la matematica e la meccanica, diventano ovviamente buoni amici e la giovane Miss Byron prende molto a cuore il progetto della Macchina Differenziale.
In occasione di questa serata, inoltre, lei viene anche a conoscenza del fatto che il macchinario che tanto l’affascina presenta parecchie difficoltà pratiche di realizzazione ed è ben lungi dall’essere una realtà.
La costruzione della Macchina Differenziale, infatti, richiede una quantità di lavoro, e quindi di fondi, enorme e Babbage è dunque alla costante ricerca di finanziatori, siano essi esponenti del governo o ricchi imprenditori.
Mary Somerville
Dopo l’incontro con Babbage, per Miss Ada Byron, imparare la matematica, la scienza e la tecnologia diventa non più un dovere morale ma una vera e propria gioia.
Diminuisce perfino il numero di domande che pone al proprio insegnante di matematica, il dottor King e inizia a cercare di trovare le risposte utilizzando la propria immaginazione, affrontando i problemi tramite un approccio visivo e ricavando da esso le soluzioni matematiche.
A questo punto della sua vita, Ada è ben consapevole della potenza della propria parte creativa e della propria immaginazione ed è decisa a coltivarla e sfruttarla il più possibile e a modo suo.
Accade poi che il dottor Frend, un altro insegnante della ragazza, la incoraggia a stringere amicizia con Mrs Mary Somerville, un’importante matematica e astronoma, di cui era appena stata pubblicata l’opera Connessione delle scienze fisiche e che oggi vanta un college intitolato in suo onore all’Università di Oxford.
Per Ada Mrs Mary Somerville è quasi un’eroina, un modello da seguire e la ragazza non esita a cercare l’amicizia della donna attraverso le conoscenze di sua madre.
Dalle lettere scambiate fra la scienziata e la giovane Miss, però, si evince che la donna è ansiosa non solo di aiutare Ada con la matematica, ma anche di mettere la sua passione per la scienza nella giusta prospettiva.
La sua esperienza in materia, infatti, non è certo una delle migliori: nonostante la pubblicazione della sua opera, infatti, a lei, in quanto donna, non è mai stato riconosciuto pienamente il merito delle proprie scoperte scientifiche e le è sempre stato impedito di diventare membro della Royal Society of London e di frequentarne la biblioteca.
Di conseguenza, Mary Somerville elogia Ada in tutte le sue attività, dallo studio alla sua abilità di cucire cappellini a maglia, alle passeggiate a cavallo, ma, al tempo stesso, le ricorda spesso che da una donna ci si aspetta che sia innanzitutto madre e moglie.
Ad ogni modo, Miss Byron diviene un’assidua frequentatrice (a volte su sua stessa richiesta) di casa Somerville e questo, c’è da sottolinearlo, rappresenta il suo primo coinvolgimento con una famiglia tradizionale: qualcosa che non ha mai vissuto fino ad ora.
Insomma, l’amicizia di Mrs Somerville, al pari di quella con Mr Babbage, rappresenta un altro di quei tasselli che apre ad Ada un mondo di possibilità.
Il telaio Jacquard e Ada insegnante
Durante l’estate del 1834, sempre grazie alle attività imprenditoriali e filantropiche di Lady Byron, la giovane Ada, che ha ormai quasi 19 anni, ha la possibilità non da poco di vedere la rivoluzione industriale in azione.
Insieme con la madre, viaggia infatti nel nord dell’Inghilterra e visita molte delle nuove fabbriche che stanno sorgendo in questo periodo.
Niente di ciò che ha potuto vedere fino a quel momento, tranne, forse, la locomotiva a vapore, indica che il futuro sarà veloce, stimolante e promettente quanto le attività che ammira in quell’estate.
Tipografie, fabbriche, concerie. Ma la tappa più interessante di tutto il viaggio è un’officina per la tessitura automatizzata in cui disegni complicatissimi vengono realizzati in una frazione del tempo che serve a tessitori umani, grazie al telaio Jacquard.
A rendere particolarmente ingegnoso questo strumento è il fatto che il sollevarsi e abbassarsi dei fili dell’ordito non è controllato da operatori umani, ma da una serie di schede perforate. La cosa colpisce a tal punto le due donne che Lady Byron riporta perfino il disegno di una di queste schede nel suo diario.
Dopo diverse settimane di visite alle fabbriche delle Midlands, poi, le due donne si stabiliscono presso una cara amica, Lady Gosford, che ha due figlie: Annabella (che prende il nome proprio da Lady Byron) e Olivia (Livy).
Mentre le due signore sono impegnate in una cura di salute, Miss Byron decide di fare buon uso del suo tempo e, quando le due ragazze esprimono apprezzamento per il suo amore per lo studio, lei si impegna ad insegnare ad entrambe la matematica.
Questa sua nuova attività di insegnante, ci rivela che Ada si approccia ad una materia in modo del tutto singolare, utilizzando un misto di ragione ed immaginazione per trasmetterne i concetti.
Al pari di sua madre, pretende prestazioni e risultati eccellenti, ma, differentemente, cerca di instaurare uno spirito di collaborazione con le sue studentesse, coinvolgendole in una sorta di missione.
Inoltre, definisce i concetti oltre che verbalmente, anche visivamente e le lettere che scambia con le due ragazze sono esempi magnifici di questa sua capacità: sono scritte su pergamena grande circa 4 volte la normale carta da lettere e tale dimensione fuori dal comune, permette ad Ada di spaziare con i disegni.
Utilizza poi abitualmente compassi, goniometri e i colori, strumenti considerati assolutamente volgari; rimprovera l’uso di prove indirette quando è possibile la prova diretta; e, come era solito fare suo padre, rafforza le spiegazioni e le allusioni matematiche tramite l’uso di metafore.
Particolarmente interessante è la sua lettera sulla linea inflessa, un argomento di topologia, in cui lei affronta l’argomento mostrando di saper integrare due tipologie di competenze: in tale, infatti, è riportata sia una spiegazione matematica a parole della questione, sia una sorta di costruzione algoritmica dei grafi corrispondenti.
L’influsso di Mr Babbage e Mrs Somerville
La piccola Ada è ormai cresciuta, ha sviluppato la propria personalità e lo dimostra utilizzando linguaggio e atteggiamenti differenti a seconda degli stati d’animo, delle occasioni e degli interlocutori con cui si confronta.
Quando scrivere al dottor King, spiega il suo metodo di comprensione della matematica. Quando scrive alla Mrs King, spiega lo stato del suo sviluppo morale. E, invece, a Mrs Somerville, racconta in modo più veritiero, senza timore di una predica, ciò che fa, pensa e sente realmente.
I discorsi che, poi, ascolta in questo periodo costituiscono senza dubbio la base della sua conoscenza e comprensione delle due macchine di Babbage, la cui seconda, di cui parleremo più avanti, ad oggi è considerata da molti l’inizio concettuale della rivoluzione informatica.
Le impressioni di Ada sono riportate nei diari di Lady Byron che spesso l’accompagnava alle varie cene e quando invece non poteva, ascoltava i racconti della figlia di ritorno dagli incontri con Babbage e Somerville.
Ogni volta che torna a casa, Ada racconta alla madre ciò che è stato discusso durante la serata. Dagli esperimenti di stampa a colori alle idee sulle schede perforate.
E su quest’ultimo argomento, in particolare, la ragazza illustra anche a Babbage la sua idea di utilizzare le schede per impartire ordini alla Macchina Differenziale e lui, complimentandosi, le risponde di aver già visto un telaio Jacquard qualche anno prima, ma di non aver pensato che le schede potessero essere utilizzate in tal modo.
Possiamo solo immaginare quanto dovesse essere fiera Ada di aver portato, a quella che considerava la più grande invenzione di sempre, un contributo che le veniva apertamente riconosciuto.
La ragazzina che viene da un’infanzia solitaria fatta di soli libri, lettere e l’amicizia di una gatta, finalmente ha incontrato persone colte e intelligenti che la incoraggiano, la sostengono e l’apprezzano. Finalmente ha conosciuto gli amici del calibro che merita.
Conclusione
Bene, siamo giunti al termine di questo primo episodio. Io spero tanto di averti raccontato una storia interessante e soprattutto di averti fatto venir voglia di ascoltare anche il resto.
Ci è voluto un bel po’ di lavoro ma alla fine sono riuscito a far iniziare la serie proprio nel mese del Ada Lovelace Day che si tiene il secondo martedì di Ottobre e che celebra il contributo femminile alle scienze STEM.
E questo mi riempie ancora di più di soddisfazione!
Detto questo, un sentitissimo grazie va alle fantastiche amiche di Pensieri in codice che hanno gentilmente prestato la voce ai vari personaggi di questo episodio. Nell’ordine: * Costanza Vitale nella parte di Miss Chaloner in una citazione tratta dal romanzo biografico L’incantatrice di numeri di Jennifer Chiaverini. * Chiara Virgili del podcast Dannati Architetti nella parte di Ada, sempre tratta da L’incantatrice di numeri. * E infine Simona del podcast Gli scimmioni non leggono Nietzsche nella parte di Sophia Frend in una citazione da Ada, the Enchantress of Numbers, un meraviglioso epistolario a cura di Betty Alexandra Toole.
Come di consuetudine, poi, ringrazio Edoardo e Carlo per la loro donazione mensile, e Giordano per la sua donazione singola. Giordano, a breve dovresti ricevere segnalibro e set di adesivi all’indirizzo che mi hai comunicato.
In descrizione poi ci sono i il link alle fonti che ho utilizzato per l’episodio e al sito di Pensieri in codice con tutte le informazioni su come unirti alla community, effettuare donazioni e ottenere i gadget.
Sempre in descrizione, trovi e anche il codice sconto del 10% per le conferenze del GrUSP come il reactjsday che si terrà il 27 Ottobre e il laravelday che invece avrà luogo il 9 novembre.
Infine, se vuoi contattarmi, mi puoi scrivere a valerio@pensieriincodice.it (con due i) o mi trovi su Telegram nel gruppo del podcast: ti basta cercare Pensieri in codice nella casella di ricerca.
E direi che non c’è altro per oggi, se non raccomandarti di non perdere i prossimi episodi su Ada Lovelace, e non dimenticare mai che un informatico risolve problemi, a volte anche usando il computer!
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