Descrizione
Chi avrebbe mai immaginato che una donna, già famosa diva del cinema, fosse anche l’inventrice di uno dei più importanti ritrovati tecnologici moderni? In questo episodio speciale, parliamo di Hedy Lamarr e della nascita del Wi-Fi.
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Fonti:
Hedy Lamarr, la donna gatto (Edoardo Segantini) - https://amzn.to/3r4MSgd
https://hedylamarr.com
https://www.focus.it/cultura/storia/hedy-lamarr
https://www.agi.it/blog-italia/idee/hedy_lamarr_giornata_inventore_9_novembre-4596727/post/2018-11-09/
https://www.invent.org/inductees/hedy-lamarr
https://discover.hubpages.com/business/Hedy-Lamarr-inventor-of-frequency-hopping-or-spread-spectrum-switching
https://www.techtarget.com/searchnetworking/definition/frequency-hopping-spread-spectrum
https://www.intechopen.com/chapters/24319
https://www.ieee802.org/11/Documents/DocumentArchives/1996_docs/1196049D_scan.pdf
http://www.engineeringletters.com/issues_v13/issue_3/EL_13_3_6.pdf
https://www.iltascabile.com/scienze/tutte-le-vite-hedy-lamarr/
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Crediti
Sound design - Alex RaccugliaVoce intro - Maria Chiara Virgili
Voce intro - Spad
Musiche - Kubbi - Up In My Jam, Light-foot - Moldy Lotion, Creativity, Old time memories
Suoni - Zapsplat.com
Cover e trascrizione - Francesco Zubani
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Quello che segue è lo script originale dell'episodio.
Una vita intrecciata con quella del WiFi
Di personaggi stravaganti e insoliti, nel mondo e nella storia dell’informatica, ce ne sono parecchi. Alcuni sono molto famosi, a torto o a ragione, altri invece, pur avendo ricoperto ruoli di fondamentale importanza, sono stati un po’ dimenticati o messi da parte nel corso degli anni.
A volte, poi, capita che per qualcuno i riconoscimenti arrivino molto in ritardo, un po’ per via del semplice caso, delle circostanze avverse o della società che magari non è ancora pronta a recepire ed apprezzare un qualcosa che appare troppo avanzato per il sentire contemporaneo.
Quali che siano le motivazioni di come si è svolta questa storia, quelle magari le lascio decidere a te in base alla tua sensibilità, oggi parliamo di una donna doppiamente speciale: una donna che, non paga di essere diventata una diva del cinema hollywoodiano, ha anche ricoperto un ruolo fondamentale nella nascita di una delle tecnologie più utilizzate in assoluto.
Oggi, infatti, ti racconterò di Hedy Lamarr, di quegli aspetti della sua vita che l’hanno avvicinata al mondo della tecnologia, e di come abbia teorizzato e brevettato il meccanismo oggi alla base delle moderne comunicazioni wireless.
Sigla.
Hedwig
Hedwig Eva Maria Kiesler, questo il vero nome della diva Hedy Lamarr, nasce in Austria, più precisamente a Vienna, il 9 Novembre 1914.
Di famiglia ebrea più che benestante e ben inserita, trascorre i suoi primi anni di vita nella ricchezza e nell’eleganza di un quartiere di lusso nel nord della capitale austriaca.
Fin da subito, il padre, Emil, e la giovane madre, Gertrude, garantiscono alla piccola Hedwig un’infanzia agiata, le migliori scuole possibili, frequentazioni di salotti e teatri dell’alta borghesia e lunghi periodi di svago sulle Alpi svizzere, in Inghilterra, Irlanda, Parigi. Purtroppo, però, a tutti questi privilegi e gesti d’affetto non corrispondono, poi, in realtà, un vero senso di intimità e tenerezza ed un vero e proprio calore familiare sincero.
In linea con la prassi dell’epoca, infatti, il dovere dei genitori è quello di crescere i figli nel miglior modo possibile, ma ciò va fatto senza esprimere eccessive emozioni di attaccamento e smancerie. Le regole della buona società, insomma, pretendono che si mantenga un certo distacco ed una certa composta eleganza.
E questo rapporto freddo, soprattutto da parte della madre, resterà una costante per tutta la vita di Hedy, da piccola, ma anche nella sua vita adulta, sia quando la madre la raggiungerà negli Stati Uniti, dopo la sua consacrazione a diva di Hollywood, sia quando l’attrice stessa dovrà relazionarsi con i propri figli, con i quali avrà rapporti molto complicati e conflittuali.
Fin da piccola, comunque, Hedwig è una ragazza bellissima, dalla mente effervescente e dal carattere forte e indipendente. Ed è anche chiaramente ben conscia di possedere tutte queste importanti caratteristiche.
All’età di soli 12 anni, ad esempio, approfitta della morte della nonna per sottrarsi al controllo di genitori e domestici e scappa di casa. Il suo obiettivo è quello di iscriversi ad un concorso di bellezza che si tiene nella zona, nel quale si distingue vincendo il primo premio: cioè una somma in denaro che poi investe nell’acquisto di un cappotto di pelliccia. Ovviamente questo le costa una esemplare punizione, ma al di là della ramanzina, la madre non nega e non negherà mai anche un certo orgoglio per quella figlia così bella e intelligente. Non da meno sarà il padre, che la spingerà in più occasioni verso l’ingegneria e la tecnologia in generale.
Hedwig, poi, come i suoi genitori, è appassionata di tutto ciò che riguarda l’arte in voga in quegli anni tra l’alta borghesia: il teatro, la recitazione e il cinema.
Così, all’età di 15 anni si iscrive ad un corso di recitazione, e, come se non bastasse, ogni giorno, andando a scuola, passa davanti ai Sascha Film Studios, gli studi della più grande casa di produzione austriaca, e si ferma a sbirciare le attività che vi si svolgono.
Giorno dopo giorno, la voglia di entrare a dare un’occhiata cresce sempre di più finché ad un certo punto, la ragazza si fa forza e decide di falsificare un permesso per la scuola in modo saltare un giorno e provare ad intrufolarsi agli Studios per poter finalmente trascorrere un po’ di tempo immersa nel mondo che tanto ama.
Una volta dentro, poi, il destino fa il resto: lei ascolta casualmente un regista discutere con un attore, e così facendo, scopre che l’indomani si sarebbero dovuti tenere alcuni provini con l’obiettivo di scegliere un’attrice per una piccola parte da comparsa. Hedwig non resiste: aggiunge il proprio nome alla lista delle candidate, e il giorno seguente si presenta per una piccola parte da segretaria. Ovviamente, la sua bellezza e le sue doti, nonché il fatto che stesse studiando recitazione, non passano inosservate e lei viene scritturata.
E’ solo una particina, ma è anche l’ evento segna la nascita, nonostante le resistenze dei genitori, della carriera d’attrice di Hedwig Kiesler. Una carriera che la porterà, particina dopo particina, e, colpo di testa dopo colpo di testa, a conquistare la posizione tanto sognata: quella cioè di grande attrice del cinema europeo degli anni ‘30.
Di lì a poco, infatti, la ragazza inizierà a studiare seriamente recitazione, e per farlo abbandonerà gli studi di ingegneria, si trasferirà a Berlino ed inizierà ad interpretare parti via via sempre più importanti, fino a ritornare, finalmente, nel ‘32 a Vienna per partecipare da protagonista al celebre film Estasi che, se da una parte le varrà il successo e la consacrazione nell’Olimpo del cinema, dall’altro causerà anche uno scandalo internazionale per via di un paio di scene piuttosto spinte per l’epoca.
Tutto questo all’età di soli 18 anni.
Fritz Mandl
Mentre la carriera di Hedwig decolla tra alti e bassi, successi e scandali, aumentano esponenzialmente anche i suoi ammiratori e, soprattutto, gli spasimanti. D’altronde, se non la conosci già, per farti un’idea del personaggio, ti consiglio di fare un giro sul sito hedylamarr.com dove potrai trovare alcune sue foto molto famose.
Fra tutti questi ammiratori e spasimanti, ad ogni modo, spicca in particolare agli occhi della ragazza, un uomo che si firma come Fritz Mandl, il quale inonda letteralmente i camerini dell’attrice di fiori. Si tratta di un certo Frederich Mandl, un uomo di origini austriache, che ha quasi il doppio della sua età, molto ricco, e che fa un mestiere che risulterà molto importante nel corso della storia che ti sto raccontando: Mandl è, infatti, un mercante d’armi, uno di quegli imprenditori che riforniscono gli eserciti con le più moderne attrezzature belliche.
Dopo aver conosciuto Fritz, la giovane Hedwig perde improvvisamente interesse per il cinema e per la recitazione. Il pensiero di sposare un uomo tanto influente e benestante, offusca quasi totalmente il suo giudizio, tieni presente che stiamo parlando di una ragazza poco più che diciottenne catapultata, senza un briciolo di esperienza, in un mondo tanto complesso e più grande di lei.
Ad ogni modo, con il pieno benestare dei suoi genitori, che vendono il doppio vantaggio di sistemare la propria figlia e allontanarla dal cinema, il fidanzamento tra Hedwig e Fritz viene annunciato a Maggio del 1933 e già ad Agosto i due si sposano. Al ritorno dal viaggio di nozze vanno poi a vivere in un enorme palazzo a Salisburgo, dove la giovane signora Mandl dispone di ogni lusso immaginabile: dai gioielli, ai vestiti, alle auto, passando per una nutrita schiera di servitori.
Ben presto però l’incantesimo di questo mondo fatato inizia ad incrinarsi: i servitori iniziano a trasformarsi anche in sorveglianti, quando Fritz, spesso all’estero per lavoro, lascia la neo sposa da sola relegata all’interno delle sue proprietà, con a disposizione tutto ciò che si possa immaginare, tranne la libertà.
Il ricco mercante d’armi, infatti, più che innamorato, è proprio ossessionato dall’ex attrice, al punto da non riuscire a sopportare l’idea che essa possa anche solo trascorrere del tempo con altri uomini all’infuori di lui o dei domestici. Addirittura la leggenda vuole che Fritz, in preda al furore causato dalla visione del film Estasi, abbia speso ingenti risorse per assumere degli investigatori incaricati di individuare, acquistare e distruggere il maggior numero possibile di copie del film. Lui non l’aveva sposata, praticamente l’aveva aggiunta alla sua collezione, come dirà poi lei stessa.
Hedwig, però, come abbiamo già potuto constatare, non è certo donna che riesca stare semplicemente con le mani in mano senza far niente, così, nell’attesa che il marito rientri a casa da un viaggio o finisca di lavorare a tarda sera. Anche se forse, almeno inizialmente, leggere, andare a cavallo, nuotare e fare shopping, non deve essere risultato poi così male, alla lunga non si trattava certo attività che potavano bastare ad occupare la mente, l’animo e la creatività della nostra diva. E così, il suo talento artistico inizia a farsi strada trovando nuovi e singolari modi per emergere: un giorno, ad esempio, Hedy decide di smontare tutti i copri-water dei bagni del palazzo, e stiamo parlando non di uno ma di decine di bagni, di portarli in giardino e dipingerli uno per uno. Anche in occasione di questo episodio, però, il marito sembra averla ignorata, derubricando i suoi sprazzi di estro a semplici velleità.
E’, dunque, in questo clima che si svolge una fase molto importante e particolare della vita della signora Mandl: di fatto, lei si ritrova, da brava padrona di casa, a partecipare, in silenzio e ignorata da tutti, alla stregua di un soprammobile o un pezzo da collezione, alle riunioni di lavoro che il marito tiene con clienti e collaboratori. Riunioni che hanno luogo quasi sempre al termine dei sontuosi ricevimenti che lui ama dare nel proprio palazzo.
Mentre questi uomini influenti sono quindi impegnati a discutere di armi, di equipaggiamenti, di progetti e di schemi, Hedwig, se ne resta un po’ in disparte, in silenzio, con la sua indubbiamente splendida presenza, semplicemente ad ascoltare, comprendere e memorizzare le tante informazioni che vengono scambiate davanti ai suoi occhi. Forse eccessivamente confidente nella devozione della moglie o, io azzarderei più probabilmente, del tutto ignaro di quanto acuta e brillante sia la mente dietro quello splendido viso, Fritz Mandl non teme infatti minimamente, che armamenti, navi, siluri e missili potessero diventare argomenti familiari se non ben conosciuti per la sua giovane consorte.
Nel frattempo, però, in Europa la situazione va peggiorando di mese in mese. Tra i maggiori clienti di Mandl spiccano personaggi del calibro di Hitler e Mussolini, e lui mostra una particolare, come dire… simpatia, per gli ambienti di destra ed estrema destra che ne fanno, di fatto, un filonazista, nonostante, per altro, le origini ebraiche del padre.
E, al contempo, anche la vita di Hedwig non va certo migliorando: sempre chiusa in una sorta di gabbia dorata, con il marito sempre meno presente e la servitù sempre più opprimente. Un giorno decide che non può più andare avanti in quel modo e che l’unica soluzione che le resta è la fuga.
Purtroppo però, la cosa non si rivela essere poi così semplice. Sono necessari ben quattro tentativi prima che la ragazza riesca nel suo intento. E addirittura, secondo alcuni, in tutta la vicenda pare esserci stato anche lo zampino dei servizi segreti inglesi, anche se, ad essere onesti, non sembra vi siano vere prove del loro coinvolgimento.
Stando al racconto della stessa Hedy, riportato nella sua biografia ufficiale, le serve un complesso piano ben congegnato ed un’accurata preparazione per riuscire a sfuggire alle grinfie del possessivo marito.
L’occasione le si presenta quando, per un caso puramente fortuito, si rende necessario sostituire una delle domestiche della villa: Hedy si mette immediatamente all’opera, prende il controllo della situazione e si mette personalmente a ricercare e vagliare maniacalmente le candidate. Il suo scopo è quello di individuare una ragazza che le assomigli il più possibile per corporatura, peso, altezza, colore dei capelli e della carnagione.
Una volta trovata ed assunta la persona giusta, inizia ad esercitarsi di nascosto: si allena per lungo tempo, a camminare come lei, a gesticolare e, persino, a parlare come lei. E, sempre in segreto, si fa cucire dei vestiti da cameriera che le stanno bene e che producono un effetto realistico. Arriva perfino a rubare un po’ dei prodotti per il trucco della ragazza per potersi truccare esattamente allo stesso modo.
Nel frattempo, si mette anche a studiare le sue abitudini : come si comporta con gli altri, cosa fa nel suo giorno di riposo, i suoi progetti per il futuro, ecc. Si intrattiene con lei a lungo ogni giorno per conoscere il più possibile su di lei e sulla sua vita, finché finalmente, la ragazza le rivela che di li a poco prenderà qualche giorno libero per incontrare il proprio fidanzato a Parigi.
Ecco presentarsi la tanto attesa occasione: Hedy raccoglie molti dei suoi gioielli più preziosi, li stipa in una valigia e li invia ad un non meglio identificato amico fidato, poi, il giorno precedente alla partenza della domestica, mette del sonnifero nel caffè della ragazza, prepara la sua valigia con i propri vestiti e oggetti personali, si traveste da cameriera con tanto di trucco rubato e prende l’auto della giovane.
Praticamente senza che nessuno sospetti nulla, arriva alla stazione e prende il primo treno per Parigi. Grazie alla sua astuzia ha parecchie ore di vantaggio su eventuali inseguitori, anche perché, nelle settimane precedenti, ha sempre finto di restare a letto fino a tardi al mattino e ha finto anche di infuriarsi se qualcuno aveva l’ardire di disturbarla prima di mezzogiorno, pertanto arriva nella capitale francese praticamente senza intoppi.
L’intera storia, raccontata dalla stessa protagonista, può sembrare, in realtà, fin troppo romanzata. Ed è per questo motivo, e anche per il fatto che Hedwig avrebbe avuto tutte le possibilità di sottrarre documenti, progetti e informazioni dall’archivio del marito, che ha fatto capolino la storia del coinvolgimento dei servizi segreti, in particolare quelli inglesi, anche se, come accennato prima, non sembrano esserci prove di ciò.
Ad ogni modo, Hedy è finalmente libera e ben presto lo sarà ancora di più perché, dopo 4 anni di matrimonio, otterrà il divorzio tramite un tribunale francese. Tutto ciò che le resta sono solo i gioielli e i vestiti che si è portata via dal palazzo di Salisburgo, parte dei quali saranno venduti per racimolare denaro sufficiente a spostarsi a Londra. Qui, nella capitale inglese, conoscerà un altro personaggio che si rivelerà poi importantissimo per l’intero corso della sua vita.
Hedwig diventa Hedy
Una sera, mentre la finalmente libera Hedwig si trova nella sua camera d’albergo londinese, riceve una telefonata da parte di un agente americano che la invita a conoscere un importante produttore. Si tratta, niente di meno che, di Louis Burt Mayer, cioè semplicemente l’uomo che è a capo della Metro Goldwyn Mayer, una delle più importanti case di produzione cinematografiche degli States. In quel periodo infatti, Mayer si trova in giro per le più importanti capitale europee alla ricerca di nuovi talenti da scoprire e portare con sé in America, ad Hollywood.
Chiaramente la ragazza non si lascia sfuggire l’occasione, ma purtroppo il primo incontro tra i due si rivela essere non troppo pacato, anzi, in verità, si tratta di una vera e propria doccia fredda per lei, che si vede rifiutare categoricamente qualsiasi possibilità di approdare al cinema americano perché al produttore (cito testualmente) non piace quello che penserebbe la gente di una ragazza che passa sullo schermo con il sedere nudo.
Si tratta di un’affermazione piuttosto forte, chiaro riferimento allo scandalo del film Estasi, uscito qualche anno prima, e che, a prima vista, potrebbe sembrare un po’ bigotta anche per l’epoca, ma in realtà, il concetto è molto diverso. La vera lezione che Mayer darà alla giovane Hedwig riguarda la politica della Metro Goldwyn Mayer, nonché dell’intera Hollywood: il concetto è che non importa cosa fai nella tua vita privata, l’importante è che nei film il tuo comportamento sia per lo meno signorile. Si tratta di avere (e anche qui cito) degli obblighi verso il pubblico e le famiglie.
Alla fine, comunque, l’incontro si risolverà in una piccola offerta di ingaggio da parte di Mayer, nonché con un impulsivo rifiuto da parte di Hedwig, ma ciò che conta ai fini della nostra storia è che la logica di fondo delle affermazioni del produttore resterà talmente impressa nella modo di rapportarsi con il mondo della ragazza che probabilmente condizionerà molte delle sue scelte future anche riguardo all’importanza che lei darà alla sua carriera di inventrice.
Ad ogni modo, quasi subito Hedwig si rende conto di aver sprecato un’occasione importante per la sua vita e, non potendo più tornare sui suoi passi in modo amichevole, decide, di comune accordo con il suo agente, di tentare il tutto per tutto e di imbarcarsi sulla stessa nave che riporterà il signor Mayer negli Stati Uniti, il Normandie.
Durante il viaggio, ovviamente, i due hanno modo di incrociarsi nuovamente alle cene e nei corridoi delle cabine ed è così che si vengono a creare le condizione per riproporre l’offerta già menzionata sulla terra ferma. Lei prova a mantenere un atteggiamento di superiorità, ma ormai il suo gioco è ben chiaro e il produttore, di cui certamente di può dire di tutto ma non che sia un ingenuo, prende praticamente quasi tutte le decisioni di testa sua: i termini del contratto, la prima particina che le verrà assegnata, lo stipendio, e questo sarà perfino un po’ più alto della proposta precedente, ma, in tutto ciò, lui pretende che lei inizi immediatamente a prendere lezioni d’inglese e soprattutto che accetti di cambiare nome.
È proprio durante questo viaggio, dunque, a bordo del Normandie che naviga sulle acque dell’Oceano Atlantico, in partenza dall’Europa e diretto nel Stati Uniti che Hedwig Kiesler lascia il posto ad una rinnovata e rampante Hedy Lamarr.
Una volta arrivata a destinazione, però, la neonata Hedy è un’attrice sì giovane e bellissima, ma anche poco padrona della lingua che si parla nel Paese in cui si è stabilita e con un curriculum professionale minuscolo. Non può certo competere con le sue colleghe già affermate star di Hollywood e pertanto, tra una particina e l’altra, rimane per lungo tempo un po’ in disparte e sotto l’ala protettrice di Mayer. In questo periodo, ha ancora una volta possibilità di assorbire conoscenze e atteggiamenti, da quest’ultimo, e ciò rafforza ancora di più quella filosofia della signorilità che si concretizza nel tenere separate vita privata e vita professionale.
L’America dei film di Hollywood, con i suoi luoghi comuni, i paesaggi caratteristici e protagonisti eroici è e deve rimanere un’America idealizzata, con regole e dinamiche ben definite. Ed è dunque in questo ambiente ideale davanti alla macchina da presa, ma duro e spietato dietro, che la giovane Hedy cresce professionalmente di pellicola in pellicola, alcune delle quali verranno più apprezzate ed altre meno, e fra le quali spiccheranno anche grandi capolavori che sono rimasti nella storia del cinema anche qui in Italia come Sansone e Dalila, La febbre del petrolio e Un’americana nella Casbah.
Questi anni saranno per Hedy un susseguirsi di film, flirt occasionali e non, e persino un matrimonio della durata di poco più di un anno. Tutto questo fino al 1940, anno nel quale l’attrice incontra un altro personaggio che risulterà poi essere molto importante sia nella sua via personale che nella storia del moderna tecnologia.
George Antheil
George Antheil, nato l'8 luglio 1900, è un musicista e compositore Americano che ha fatto carriera in Europa. Come Hedy, anche George è a suo modo geniale e professionalmente molto precoce: a soli ventun anni, infatti, già si esibisce nei teatri di Berlino e di Parigi e vive respirando e assorbendo la cultura ed il senso artistico locale.
La sua produzione musicale ammonta a più di 300 opere, ma, come se non bastasse, ha soprattutto fama di essere un grande innovatore nel suo campo, nonché un singolare inventore. Le sue macchine musicali infatti, cioè degli strumenti meccanici in grado di suonare dei brani musicali in modo totalmente autonomo, stupiscono non poco gli ambienti della cultura europea e permettono all’autore di stringere rapporti con illustri personaggi del tempo: James Joyce, Pablo Picasso, Salvador Dalì, Man Ray, Ernest Hemingway e Igor Stravinskij.
Ma nonostante tutte queste attività e sfaccettature, in fin dei conti la carriera artistica non rende a George a sufficienza per vivere una vita serena e dignitosa, così nel 1933 il musicista/inventore si vede costretto a tornare in patria, demoralizzato e senza un soldo.
I contatti però non gli mancano, e grazie ad essi, a poco a poco, riesce a costruire una propria stabilità economica negli Stati Uniti, creando colonne sonore e scrivendo articoli per varie testate, alcune delle quali anche molto importanti. Sempre interessato alla scena politica internazionale, nel 1939 scrive un articolo in cui prevede l’attacco della Germania alla Russia. E nel 1940 pubblica persino un libro di strategia internazionale.
Insomma, George è chiaramente un uomo brillante, intelligente e creativo, nonché un bell’uomo. E tutte queste caratteristiche sono certamente la base sulla quale si fonderà l’interesse di una Hedy Lamarr che, dopo un primo incontro ad una cena a casa di amici comuni, gli lascia il numero di telefono scritto con il rossetto sul cofano dell’auto.
Le vite dei due artisti iniziano dunque ad intrecciarsi: scoprono di avere in comune desideri, rimpianti, ma anche acume, intelligenza ed inventiva.
Lo stesso Antheil racconta nella sua biografia che la Lamarr sentiva su di sé il peso del senso di colpa di un’europea che ha abbandonato il proprio paese dilaniato dalla crisi. Un po’ come lui che credeva non fare abbastanza per sostenere il proprio Paese in una situazione difficile a livello mondiale.
Lei gli confida di essere a conoscenza di molte informazioni su armi, munizioni, dispositivi segreti, e di questioni militari apprese durante i suoi anni a Salisburgo, al punto che sta riflettendo seriamente sull’eventualità di lasciare la Metro Goldwyn Mayer e di recarsi a Washington per offrire la sua collaborazione al National Inventors Council.
Ma riguardo a questa storia, George ha un’idea migliore: secondo lui, l’attrice potrebbe essere molto più utile alla causa rimanendo a Los Angeles.
Lei, infatti, è in possesso di uno spiccato talento per l’invenzione di armi da guerra: qualcosa di maturato, probabilmente, a partire da un misto delle nozioni apprese durante le riunioni di lavoro del primo marito, Mandl, e dei suoi studi giovanili di ingegneria. O forse ancora, Hedy aveva conservato per tutti questi anni, documenti o progetti militari sottratti al signore delle armi austriaco, ma di questo probabilmente non lo sapremo mai.
In ogni caso, tra le tante idee che Hedy continuava a sfornare, ce n’è una, che George giudica particolarmente interessante. Le prospettive, secondo lui, sono così buone che si spinge perfino a consigliarle di brevettarla. E lei accetta di farlo insieme a lui.
Le settimane e i mesi che seguono quella decisione, sono di intenso lavoro per entrambi. I due sono spesso impegnati a discutere e definire l’idea di Hedy, con l’obiettivo di trasformarla in un vero e proprio brevetto da sottoporre al National Inventors Council (NIC) affinché venga impiegato attivamente per essere d’aiuto alle forze militari americane.
Il NIC è una delle tante agenzie che viene istituita nel periodo della Seconda Guerra Mondiale con lo scopo di far lavorare insieme Stato, Esercito, aziende private e università. In particolare, il compito di questo bureau è quello di raccogliere e analizzare invenzioni che possano risultare utili per la difesa nazionale, da proporre poi alle forze armate per un impiego sul campo.
Nei suoi 34 anni di attività, il NIC raccoglierà ben seicentoventicinquemila proposte, ma solo poche di queste verranno giudicate degne di essere impiegate. Ad ogni modo, questa e le altre agenzie nate in quel periodo andranno poi a costituire quella corrente sinergica tipica della filiera produttiva americana che ne ha determinato, allora, e ne determina tutt’oggi l’estrema spinta innovatrice in campo tecnologico.
Fine prima parte
Bene, siamo giunti al termine di questa prima parte della nostra storia.
Abbiamo parlato della vita di Hedy Lamarr, delle sue attitudini anche al di fuori del mondo del cinema, e di quelli che, secondo me, sono stati gli incontri e gli eventi che maggiormente hanno contribuito a formare in lei quelle idee che poi la porteranno a teorizzare le basi delle moderne comunicazioni wireless più diffuse.
Per oggi, direi che può bastare. Mi raccomando, non perderti la seconda parte di questa storia in cui parleremo di come è nata e come funziona l’invenzione di questo singolare personaggio, che troverai sempre nel feed di Pensieri in codice tra un paio di settimane. Quindi iscriviti dalla tua app di podcast o scopri di più visitando sul sito pensieriincodice.it
Nel frattempo io ti ringrazio per aver ascoltato, spero di averti raccontato qualcosa di interessante e ti chiedo di condividere l’episodio con qualcun altro. In somma, se apprezzi il lavoro che faccio in questo podcast, aiutami a farlo crescere.
Questa settimana, un grazie speciale va ad Edoardo Secco, che con la sua donazione periodica mi dimostra il suo apprezzamento. Per fare anche tu come Edoardo, trovi tutto, metodi, informazioni, ecc. sempre sul sito pensieriincodice.it
Noi ci sentiamo la prossima settimana, sempre tenendo bene a mente che un informatico risolve problemi, a volte anche usando il computer.
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